Rum: come viene prodotto e quale tipo scegliere

Può capitare che, nell’organizzare una cena tra amici o di lavoro, si voglia concludere la serata con un bel bicchierino di rum. La domanda più frequente in questi casi, però, è la seguente: quale tipologia scegliere tra le tante che vengono proposte in commercio e sugli scaffali dei supermercati?

Certamente, la cosa migliore da fare è quella di puntare sempre su un rum di alta qualità: in questo modo non si sbaglia mai. Ecco, in ogni caso, una serie di utilissime indicazioni e di suggerimenti per capire come si deve scegliere una simile bevanda in base a differenti esigenze e preferenze.

La produzione del rum

La prima cosa da conoscere è relativa alle modalità con cui si provvede alla produzione del rum. Il primo passo è quello di tritare la canna da zucchero, che successivamente subisce un processo di fermentazione, usando dei ceppi di lieviti che vengono scelti dalla distilleria. In seguito, ecco che il liquido che viene ottenuto subisce un processo di filtratura e vengono eliminati tutti i vari scarti, non solamente quelli solidi, ma pure quelli di natura liquida. Ecco che, a questo punto, ha finalmente l’inizio l’attività di distillazione.

Le principali tipologie di rum

La produzione del rum può avvenire con il succo, oppure con altri prodotti, come ad esempio il miele piuttosto che la melassa relativa alla canna da zucchero. Il succo viene ricavato spremendo la canna da zucchero, il miele si ottiene tramite la riduzione del succo, esposto ad elevate temperature, mentre per poter ottenere la melassa serve prima la riduzione e la centrifuga del succo, provvedendo per all’aggiunta dei solfiti, che sono semplicemente dei conservanti. Non c’è un tipo di rum migliore degli altri, ma tutto varia in base a quelle che sono le preferenze di ogni singolo consumatore.

Grazie all’uso del succo ottenuto dalla canna da zucchero, si può ricavare un rum che presenta delle sfumature tipicamente erbacee. In questo caso, si suole parlare di rum tipicamente agricoli, che si caratterizzano per avere un orientamento francese. Invece, a partire dal miele e dalla melassa, si possono ottenere dei rum dal sapore leggermente più dolce e con delle sfumature di caramello. In questi ultimi casi, si è soliti parlare di orientamento inglese oppure spagnolo. Tra i vari tipi di rum, quindi, intercorrono delle differenze non solo dal punto di vista organolettico, ma anche sotto il profilo culturale.

Alcuni consigli in fase di scelta del rum

Come si può facilmente intuire, la scelta della tipologia di rum da comprare dipende esclusivamente dalle proprie preferenze. Per un primo acquisto, però, si suggerisce di optare, nella maggior parte dei casi, per un rum che presenta un orientamento inglese oppure spagnolo. Ad esempio, si potrebbe trattare di un rum Barbados oppure Trinidad, dal momento che l’approccio è decisamente più semplice, visto che si tratta in sostanza di prodotti classici.

Un’altra differenza di cui tener conto in fase di scelta è quella tra rum bianchi e rum scuri. Si tratta di una suddivisione decisamente importante. Infatti, i rum bianchi possono essere realizzati usando diversi tipi di materie prime e non sono oggetto di un lungo processo di invecchiamento, a parte qualche eccezione, come può essere il Rum Diplomatico Planas. Quest’ultimo, infatti, è un rum bianco, anche se deve affrontare un processo di invecchiamento di ben sei anni. La colorazione deriva dal filtraggio del carbone, che va a togliere il colore tradizionale legato all’affinamento in legno, in maniera tale da renderlo adatto per le varie operazioni di miscelazione. I rum bianchi e tradizionali, nella maggior parte dei casi, presentano un livello di freschezza maggiore e presentano decisamente dal sapore più fruttato.